21 marzo 2014

google "chromecast" unboxing e caratteristiche


Come vi avevo annunciato qualche giorno fa, ho dovuto spostare la mia lente di ingrandimento, rispetto a quanto mi ero prefissato per la mia tabella di marcia, a causa di forze oscure a me avverse...

Bando alle ciance!
Veniamo subito al dispositivo di questa nuova avventura: il Chromecast!

Che cos'è?
Forse non tutti ricorderanno che google, nel "lontano" giugno del 2012 durante l'annuale Google I/O, lanciò, per il solo mercato americano, un dispositivo dedicato allo streaming di contenuti multimediali: il Nexus Q.

Il device, decisamente costoso ($299 + tasse), basato su Android 4.0, permetteva di connettere un telefono/tablet Android alla nostra TV, facilitando lo streaming di contenuti audio/video presenti sul Google Play.
In pratica era possibile comandare la sfera (il design ricordava un po' le sentinelle di Matrix) tramite una app installata sui nostri dispositivi mobili Android. Si editava una playlist, anche da utenti differenti (funzione utile durante le feste, ad esempio, in cui ognuno potrebbe voler aggiungere i propri brani alla riproduzione in corso), e tale playlist veniva inviata via Wi-Fi al Nexus Q, che la trasmetteva sul grande schermo, e magari al bell'impianto 5.1 o 7.1 ad esso connesso.

Ottobre 2012: il prodotto viene abbandonato da google e, più tardi, nominato come uno dei maggiori flop dell'anno da parte della CNN.


Luglio 2013: anno nuovo, Google I/O nuovo, prodotto nuovo.
Google ci riprova e presenta al pubblico il chromecast. Se ne va Android, rimpiazzato da ChromeOS, il sistema operativo realizzato anch'esso da BigG, e la sfera tramuta forma in pen-drive.

Il dispositivo viene alleggerito molto (sia nella forma che nel prezzo!) rispetto all'idea precedente, e ne viene aumentato il supporto a più device, e addirittura a più sistemi operativi.


Finalmente, Marzo 2014, Google concede anche all'Europa l'acquisto del suo adattatore per streaming multimediale!


Vediamone le specifiche tecniche:
  • Dimensioni: 72 x 35 x 12 mm
  • Peso: 34 g
  • Memoria: 512 MB di RAM (DDR3) e 2 GB di memoria flash non espandibile
  • CPU: Marvell DE3005-A1, un SoC dedicato proprio allo streaming di contenuti multimediali, su architettura ARM v7 con due cuori da 1.2 GHz
  • Connettività: Wi-Fi 802.11 b/g/n (802.11n, solo 2.4 GHz) compatibile con i protocolli di sicurezza WEP e WPA/WPA2, BT 3.0 (al momento disabilitato), microUSB 2.0 per l'alimentazione. L'adattatore (A), infatti, si collega direttamente alla TV (B) nella porta HDMI e, se non riceve alimentazione dalla stessa, può essere alimentato tramite un'altra porta USB della TV o da una presa a muro (C)


  • Output: via HDMI @1080p (full-HD), compatibile con il CEC (Consumer Electronics Control)
  • OS: una versione semplificata di ChromeOS miscelata con componenti di Android (il tutto è sempre aggiornato all'ultima versione disponibile: il device, infatti, si auto-aggiorna se è disponibile un update Over-The-Air)
  • Altro: supporto per Android 2.3+, iOS 6+, Windows 7+, MacOS 10.7+, ChromeOS (su Chromebook Pixel con Chrome vers. 28+), LED che segnala quando attivo, tasto di reset
  • Prezzo: 35€

Giusto per aggiungere qualche chicca nerdica, il model number del dispositivo è H2G2-42, un chiaro riferimento a The Hitchhiker's Guide to the Galaxy (solitamente abbreviato in H2G2), cioè il romanzo "Guida intergalattica per autostoppisti", in cui "42" è la risposta alla vita, l'universo e a tutto il resto. Infine, il cavo di alimentazione riporta il model number MST3K-EU, un probabile riferimento alla serie sci-fi cult Mystery Science Theater 3000.



Nella confezione di vendita troviamo, oltre ovviamente alla chrome-pennetta (1), il cavo USB-microUSB (2) con caricatore da parete (3) per l'alimentazione, ed un cavo-prolunga HDMI (4) nel qual caso il chromecast non riuscisse ad incastrarsi correttamente al nostro televisore.



Ma come funziona?
Entrerò nel dettaglio in prossimi approfondimenti. Comunque per ora vi anticipo che il chromecast utilizza il protocollo DIAL (DIscovery And Launch), sviluppato in collaborazione da YouTube e Netflix, per rilevare dispositivi supportati disponibili all'interno della rete Wi-Fi a cui il nostro aggeggino è lui stesso connesso: quando un device è rilevato, il protocollo fa si che si sincronizzino e ne permette la connessione.



Vi lascio ora al video unboxing, ma vi prometto che presto vi fornirò dettagli aggiuntivi sul funzionamento e sulle peculiarità di questo nuovo ed interessante dongle multimediale:



A risentirci presto!