15 giugno 2015

Il cambiamento non è una scelta, succede, e ti ritrovi diverso (cit.)


Ciao!

Questa volta di cose ne sono successe parecchie dall'ultima volta, quindi ho deciso di accorciare un pochino i tempi e preparare subito un articolo di aggiornamento sui vari giocattolini presenti sotto la mia lente di ingrandimento...

Benvenuti quindi ad una nuova puntata after the buzz!

Smarco subito ogni dubbio in merito: motorola non ha ancora aggiornato il suo moto g (qui il mio resoconto dopo un anno di uso) alla versione 5.1 del robottino verde. Il rollout per il suo fratellone moto x è iniziato proprio in questi giorni, ergo suppongo che non dovremo aspettare ancora a lungo per vederlo anche sul medio di gamma della casa dalla m alata.


Che in motorola abbiano un pochino perso lo smalto o cambiato un po' la propria politica dopo l'acquisizione del colosso cinese lenovo? O semplicemente si stanno concentrando sulla nuova line-up (X e G) che debutterà a breve?

Vi starete chiedendo perché sono ansioso di ricevere questo minor update... Beh, ci sono alcune piccole noie che si verificano saltuariamente sullo smart-phone (soprattutto nella app telefono), probabilmente dovute alla versione 5.0.2 ancora un po' acerba di Lollipop, che dovrebbero essere state fixate con la nuova 5.1(.1).
Speriamo che l'agognato aggiornamento arrivi presto!

Nel frattempo, se foste smaniosi (non credo) di provare a giocare con quella nuova versione dell'OS, qui potrete scaricare un firmware custom (Euphoria OS 1.1) basato sulla CyanogenMOD 12.1, e quindi proprio sulla versione AOSP 5.1.1 di Android.



Rimanendo in tema lenovo, l'azienda è entrata nel campo dell'home-entertainment con un dongle che va proprio in diretta concorrenza con il chromecast di google (qui il mio resoconto dopo un anno di uso).

Come abbiamo visto, durante gli ultimi mesi sono spuntati fuori tantissimi concorrenti per la soluzione pensata da BiG. E ad essi ora si è aggiunta, per lo meno in India, anche Teewe 2.

Io rimango convinto che la soluzione studiata a Mountain View sia -ancora- la più completa: il supporto che dà google ed il grandissimo ecosistema di applicazioni e funzioni che ogni giorno escono fuori per la pennetta sono inarrivabili da chiunque (purtroppo..?).

Dubito che arriveranno mai sulle piattaforme concorrenti applicazioni come quelle di google stessa, ad esempio la appena aggiornata Presentazioni, ma in generale il parco software è infinitamente più grande.
BigG nella due-giorni del Google I/O (l'analisi qui) ha mostrato i grandi risultati ottenuti finora, ed ha anche annunciato l'arrivo di tante nuove API che faciliteranno la vita agli sviluppatori.

Per tutto il resto c'è la community di smanettoni che aiuta a superare alcuni limiti imposti dall'alto che fin dall'inizio, forse, hanno un po' fatto storcere il naso a qualcuno. Sto parlando del limite sui formati supportati, oppure l'impossibilità di avviare alcune riproduzioni, o la necessità di connessione alla rete anche per stream/cast locali.

Ad ogni modo, io sono contento che altri player stiano provando a sfondare in questo campo: più concorrenza c'è, e più google e gli altri devono migliorarsi per restare al top.

Ed è anche per questo che sono molto felice del fatto che finalmente anche il primo dongle multimediale con a bordo Firefox OS, Airtame, sia pronto all'acquisto da tutto il mondo!



A proposito di Firefox OS (recensione), ci sono importanti novità!

Andreas Gal ha lasciato mozilla dopo 7 anni. Andreas era il CTO dell'azienda ed era il responsabile delle tecnologie core del famoso browser ed anche del sistema operativo della volpetta rossa!

Cosa significherà questo per i due progetti?
Al momento non è del tutto chiaro. Per quanto riguarda il mondo mobile -a parte che non ci sono molte novità lato software: sul flame (recensione) non ho ricevuto più aggiornamenti-, quello che avevamo cominciato ad intuire già dalla precedente puntata è che mozilla ha abbandonato il progetto dello smart-phone da 25$.
Non è facile competere con i grandi colossi e, soprattutto, sta risultando davvero complicato districarsi in quei mercati emergenti (BRICS) in cui tutti i più grandi player stanno combattendo per la diffusione dei propri ecosistemi.

Nel futuro dell'OS dell'ente no-profit americano si prospetta l'arrivo delle applicazioni sviluppate per Android. Servirà questa mossa? Faciliterà il lavoro? O lo renderà vano ed inutile?

BlackBerry è stata una delle prime ad introdurre il supporto per le apps sviluppate in Java per il proprio OS, BB10, e non è mai riuscita a decollare. Anzi, rumors vorrebbero che in autunno la casa canadese proponga sul mercato un dispositivo con preinstallato proprio il robottino verde. E questo potrebbe essere l'inizio della fine per il sistema operativo della mora.

Microsoft, con Windows 10 Mobile, permetterà agli sviluppatori di portare il codice Java (e quello Objective-C) delle loro applicazioni sulla propria piattaforma, con un sistema leggermente diverso da quello adottato dalla ex-RIM ma che sostanzialmente non ne cambia di molto il concetto: sfruttare la diffusione ed il lavoro di qualcun altro per rimpolpare le proprie fila.

Stessa idea che è alla base di quanto fatto finora da Jolla per Sailfish OS: forse la miglior implementazione ad oggi disponibile di un layer, uno strato, che permetta l'esecuzione di codice alieno all'ecosistema, al fine di popolarlo con titoli più famosi altrimenti assenti.

Quando essi funzionano...
Sì, perché uno dei problemi è proprio che non è sempre e completamente indolore il passaggio da una piattaforma all'altra. A seconda di cosa fa l'app e soprattutto come lo fa (utilizzando determinate API o librerie, etc), non è detto che la stessa giri senza problemi su una piattaforma diversa da quella per la quale essa è stata sviluppata.
Spesso vi sono problemi addirittura con fork nati a partire dal codice AOSP di Android: figuriamoci con OS completamente differenti!

Senza contare l'inconsistenza di UI e UX!
Ogni piattaforma ha i propri concetti di interfaccia grafica e di interazione con gli oggetti a schermo. E portare 1:1 applicazioni studiate per un sistema su di un altro (che richiede modalità di funzionamento differenti ed organizzazione diversa dello strato di presentazione all'utente) non è assolutamente un compito facile.

Ad esempio in BB10 e Sailfish, che fanno largo uso delle gestures, l'interazione con le app Android è molto meno piacevole rispetto a quella con le app native. In Windows 10, Microsoft ha pensato a ridisegnare l'interfaccia dell'OS (O.o) per ovviare un po' al problema, almeno lato visuale visto che lato comandi di controllo la situazione non era troppo differente (tasto back ed home ci sono già)...
Tizen (nella incarnazione di Samsung) ha approcciato lo stesso percorso, ma essendo praticamente una copia spudorata di Android lì il passaggio non lo si nota molto. E Firefox OS, effettivamente, non è troppo differente anch'esso lato interfaccia: manca però il tasto back, fondamentale per il controllo delle apps scritte per il robottino verde.

Insomma, spero che mozilla non concentri le energie da qui ai prossimi mesi solo per realizzare un qualcosa che non è detto che porti reali benefici.

Finora quel qualcosa non ha migliorato le sorti di BlackBerry, non ha particolarmente aiutato Sailfish e -secondo me- non sarà la chiave di svolta per Windows 10.
E Tizen, che come detto offre la stessa possibilità, è ancora davvero poco diffuso per riuscirne a valutare l'effetto.


Rimanendo in tema Android, un progetto invece curioso e da provare potrebbe essere b2gdroid.

Questa applicazione gratuita permette di provare l'esperienza Firefox OS su qualsiasi telefono che monti il sistema operativo di google.
Fondamentalmente si tratta di un launcher con annesso il porting delle applicazioni core (volendo è perfino possibile installare le altre app scritte per l'OS della volpetta rossa).

Insomma, sicuramente un modo per farsi un'idea di come funziona il sistema operativo di mozilla prima di decidere se fa al caso nostro e di acquistare un device nativo con tale OS. Non è certamente un'esperienza di prim'ordine: crash e bug possono verificarsi qui e lì, ma comunque può essere una valida demo.



OK, l'ho nominato più volte e ora ve ne parlo in modo più approfondito.
La start-up finlandese ha iniziato il rollout del nuovo update per il suo sistema operativo, Sailfish OS (recensione).

L'update Aaslakkajärvi (1.1.6.27) può essere scaricato dai possessori dello smart-phone di jolla (recensione) e porta con sé diverse novità.
Aggiornamenti per le app core come il browser (navigazione privata), client email (ricerca nella posta elettronica e seleziona multipla di email), telefono (visualizzazione del numero di chi ci ha chiamato premendo a lungo sul nome), memoria (dettaglio avanzato sull'occupazione dello spazio), gestore aggiornamenti (miglior gestione delle notifiche e preparazione del filesystem ai futuri upgrade). Non mancano ovviamente una marea di bug fix e implementazione di patch di sicurezza.

Con la versione 1.1.4.x avevo riscontrato qualche problema che con l'upgrade alla 1.1.6.x non sono certo sia stato risolto: nello specifico, ho notato diversi riavvii spontanei attivando/disattivando la connettività dati, o durante la digitazione di messaggi in chat e telefonate.
Resettando il telefono tali problematiche sembrano essere scomparse, e probabilmente erano legate all'installazione di qualche applicazione di terze parti al di fuori dello store ufficiale.

Se si verificheranno nuovamente provvederò alla segnalazione sul forum ufficiale.



Mettendo da parte l'update software, ci sono diversi aggiornamenti sul futuro di jolla e del suo sistema operativo che vale sicuramente la pena analizzare!

Tanto per cominciare ci si appresta al lancio della versione 2.0 di Sailfish, e la start-up ci tiene a precisare che la sua creatura -prima o poi- diverrà sempre più open-source. Come ribadito più volte, al momento l'OS non è completamente aperto, ma ci si aspetta che un pezzo per volta venga rilasciato il codice sorgente di ogni componente.

E visto che il primo dispositivo che giungerà sul mercato con il tanto agognato upgrade di piattaforma sarà il tablet, jolla ha pensato ad un programma di prestito di device per i developers.
Un quantitativo non ancora ben specificato di tablet sarà inviato agli sviluppatori più attivi -o a chi, in generale, ha finora contribuito maggiormente alla diffusione dell'ecosistema- così da aiutare nello sviluppo di apps che sfruttino al meglio il nuovo OS e -soprattutto- le dimensioni più ampie del nuovo device.



Ma le buone notizie non finiscono qui: dopo la partnership dello scorso anno in India per la spinta al proprio sistema, l'arrivo ad Hong Kong ed il recente accordo con la Russia (di cui vi ho parlato nel precedente articolo after the buzz), jolla si accorda anche in Sud Africa.

Escludendo il complicato mercato Brasiliano e l'attualmente impensabile sbarco in Cina, dell'acronimo B.R.I.C.S. mancava solo quella S appena conquistata!

Jolla ha trovato una partnership nel continente africano con cui iniziare un nuovo viaggio: esattamente come per la Russia, l'obiettivo non è quello di forkare il proprio OS, quanto più spingerne l'adozione e ad essa accompagnare lo sviluppo e diffusione di servizi locali.
Con gli OS dominanti attualmente sul mercato (Android, iOS e volendo anche Windows) non è sempre facile integrare in profondità servizi di terze parti che siano locali o pensati espressamente per un singolo mercato.

Jolla punta proprio a facilitare ciò, ed effettivamente tale approccio potrebbe portare (assieme a quello relativo alla privacy) grande interesse sulla piattaforma.


Piattaforma che comunque -lentamente- continua a crescere, grazie soprattutto al lavoro della community. Come al solito non mancano nuove applicazioni, guide, modding e prodotti:



Bene, terminata la disamina del presente, interessanti rumors stuzzicano l'immaginazione per il futuro...

Sembrerebbe che un prototipo di YotaPhone sia stato intravisto con a bordo proprio il sistema operativo della start-up finlandese. Che sia il primo dispositivo al mondo, dopo il nato in casa, a installare una versione per OEM di Sailfish?

Jolla, purtroppo, non ha venduto molto nel 2014: le aspettative erano decisamente più alte, ma il prezzo poco competitivo e le ovvie iniziali mancanze dell'OS ne hanno rallentato la diffusione. L'interesse della community e dei curiosi è sempre stato alto e, grazie al lavoro di modding e di conoscenza sui social network, si è creato interesse attorno ai valori proposti.
Con il futuro arrivo della versione 2.0 del sistema operativo -e l'apertura agli OEM- dovrebbero arrivare nuovi dispositivi creati non più nelle lande finlandesi.

Il telefono ed il tablet rimarranno gli unici dispositivi creati da jolla, e per il futuro ci si concentrerà praticamente solo sull'OS. Se sarà necessario, magari per indirizzare gli sviluppi o per aprire a nuove frontiere (es. wearable), la start-up potrà pensare di tornare a progettare, ma fino ad allora niente più hardware.

Un bene, un male?
Non saprei dirlo: da una parte la guida dall'alto è importante per instradare anche i partner sulla corretta via da seguire per la produzione dei device (è quello che fa, ad esempio, google con la serie Nexus); dall'altra stiamo parlando di una realtà talmente piccola che deve centellinare sforzi ed investimenti per cercare di portare avanti il proprio lavoro.

Sono proprio curioso di capire come andrà a finire.



A differenza di motorola (forse), mozilla e jolla, e proprio come google (per il suo dongle multimediale), al momento canonical non cambia assolutamente politica per il suo Ubuntu (recensione).

La convergenza di tutto l'ecosistema della distro-umana è un obiettivo forte e si farà!

Ma un passo alla volta: dopo essere arrivato sul mercato il primo ubuntu-fonino della storia, il bq aquaris e4.5 ubuntu edition (recensione), ed aver annunciato il rilascio del meizu mx4 sempre in versione ubuntu per la Cina e presto per l'Europa, un terzo prodotto è già acquistabile da pochi giorni.

Sto parlando del bq aquaris e5 (ubuntu edition) annunciato durante una anteprima del 1 giugno (in cui di cosette se ne sono dette molte). L'azienda spagnola, colpita dall'elevato interesse per il primo prodotto, ha raddoppiato l'offerta ed ha deciso di portare sul mercato un secondo dispositivo (per certi versi decisamente simile al primo).

L'e5 fondamentalmente è un e4.5 con schermo HD da 5" e fotocamere leggermente potenziate. Quello che conta, però, è il grande impegno con cui la piccola realtà madrilena stia contribuendo al progetto. Impegno che a fine anno darà vita al sogno di Shuttleworth: bq sarà l'azienda che produrrà il primo smart-phone Ubuntu convergente!

Sì, sembra che le cose stiano procedendo per il verso giusto e quindi che, in concomitanza con l'arrivo della versione 15.10 della distribuzione Linux più usata al mondo, giungerà anche il primo dispositivo in grado di portare l'unificazione completa tra mondo desktop e mobile.

Lato SDK gli sviluppi sono ovviamente già iniziati (soprattutto in previsione del UI toolkit 2.0) al fine di far convergere anche l'approccio alla realizzazione delle apps per tale sistema.



Detto ciò, torniamo a parlare del presente: durante l'estate il sistema operativo riceverà due aggiornamenti l'OTA-4 (EDIT: rilasciato oggi in serata, qui un breve changelog) e l'OTA-5 che porteranno varie novità, tra cui:

La cosa interessante è che nonostante l'OS sia giunto sul mercato grazie a bq solo due mesi fa (escludendo le varie preview dei mesi precedenti sotto la forma di ROM custom per dispositivi Android), ci sono già diverse applicazioni sullo store (più di 1500).

Degni di nota, poi, i progetti per portare un navigatore GPS, la partnership con 7digital per uno store di musica online, e l'avvio di una richiesta di collaborazione con DropBox e WhatsApp per l'integrazione dei rispettivi servizi all'interno dell'OS.


E questo chiude le novità anche per Ubuntu.
Mancano due dispositivi all'appello, per i quali è ormai arrivato il momento di parlare anche di successori.


Il primo dei due è il one (recensione) della start-up cinese oneplus.

Erroneamente si era diffusa la voce che l'evento annunciato per il 1° giugno sarebbe stato relativo alla presentazione del oneplus 2. In realtà si è trattato dell'annuncio di uno sconto (inizialmente solo per una settimana) permanente di 50$ sul prezzo del primo device della casa.

Inoltre, oneplus ha iniziato anche le vendite della sua cover bamboo in India (unico mercato in cui è stata anche estesa la durata della garanzia). Ora, come già successo in passato, la politica intrapresa dalla start-up è nuovamente poco chiara: tali cover erano state eliminate dal mercato, poi svendute a prezzo speciale ed ora reintrodotte in mercati locali...

Insomma la chiarezza non è mai stato il loro punto forte...

Quello che, invece, è chiaro è che il successore del phablets sarà chiamato semplicemente 2. Sarà rilasciato presumibilmente nel Q3 (tra luglio e settembre) ad un probabile punto di prezzo che si aggira attorno ai 322$, inizialmente sempre dietro inviti.


In oneplus amano organizzare contest sul web (del resto è così che son diventati famosi), ma anche di restare a stretto contatto con i propri fans. Perciò, anche quest'anno, è stato organizzato un contest che darà la possibilità ad un fortunato (selezionato da una giuria interna all'azienda) di partecipare ad un progetto per il momento ancora segreto legato al futuro lancio del 2.

A proposito: il oneplus 2 sarà ovviamente basato sui due nuovi firmware Hydrogen ed Oxygen OS (il che dal mio punto di vista li rende pressoché anonimi) che verranno prontamente aggiornati ad Android 5.1 proprio per l'occasione.

CyanogenOS sparirà, ma questo non significa che il primo modello verrà abbandonato. Anzi, la versione 12.1 è in arrivo e Cyanogen.inc è nuovamente alle prese con la risoluzione di quel tanto chiacchierato problema al touch-screen.

Presto, tale OS custom riceverà anche uno store di giochi: il Playphone. Ennesimo servizio che ne andrà a sostituire un altro di google, per la crociata intrapresa dal team alla ricerca della liberazione di Android da BigG.
Non è chiaro, però, se questo servizio giungerà anche sul one, ma suppongo di sì visto che tutti gli altri sono arrivati con il passare dei mesi.



Ed infine pebble, con il time in consegna proprio in questi giorni ai primi finanziatori e con in arrivo i preordini dalla prossima settimana (22 giugno via BestBuy in USA) per tutti gli utenti!

Ci sono state un po' di scaramucce con Apple nella precedente settimana, visto che a Cupertino non davano l'ok per la certificazione della nuova applicazione per la gestione dell'ultimo orologio della start-up.

Finalmente l'accettazione è arrivata ed il panico è passato.

Aldilà delle scorrettezze, fa riflettere il comportamento poco leale da parte dell'azienda attualmente più ricca e più fruttuosa al mondo...

Ad ogni modo, una piccola curiosità: il nuovo pebble time è risultato essere un oggetto facilmente riparabile con al suo interno pochissimi componenti.


Notizie buone, invece, per gli interessati ai vecchi modelli: il classic e lo steel (qui il mio resoconto dopo un anno di uso) hanno ricevuto sconti sul prezzo d'acquisto.


E con quest'ultima notizia si chiude anche la puntata di oggi!
A presto!